Tante sillabe e parole sono passate, tanti alfabeti morti sono passati, più conto e più le radici mi risultano scarse, scarsi i luoghi e le scene di resa.
Qui non c’è posto per fermarti: nei corridoi di pietra le annate dei nomi e le fotografie. In mezzo ai sigilli di cera le esauste trombe dei profeti.
Non v’è qui trono per sederti. In mezzo alle nostre due morti Una morte è presente.
Atropo dei giorni Traduzione Crescenzio Sangiglio